INTRODUZIONE
Individuare
un cattivo funzionamento elettrico su una nave non è difficile se vengono
svolti periodicamente sia i controlli che le manutenzioni ai vari macchinari.
Un cattivo funzionamento elettrico però può essere anche improvviso, ad esempio
un package per la produzione di azoto o di semplice aria compressa può smettere
di funzionare o funzionare non in modo idoneo senza un preavviso e magari
nascosto al macchinista. Ecco quindi l’importanza del giro di guardia con i
vari controlli che devono essere fatti scrupolosamente ad ogni macchinario e
quindi la conoscenza di funzionamento dei macchinari installati a bordo di
quella nave.
L’impianto di automazione ci viene in
aiuto a volte anticipando certe irregolarità nel funzionamento di un
evaporatore o di un separatore con allarmi disponibili su ogni macchinario. Un
inizio di pendolamento della frequenza di rete però non viene subito rilevato
dall’automazione ma l’occhio del macchinista di guardia sarà molto attento alla
verifica di questo pendolamento. In mancanza di un occhio vigile il
pendolamento aumenterà generando un allarme di bassa frequenza costringendo
all’ufficiale di turno a fare un controllo e una verifica sulla causa di questo
fenomeno. Se non si interviene per tempo l’automazione provvederà ad agire con
la messa in servizio ed in rete di un altro generatore oppure si arriverà al
black out.
La
stessa cosa è il controllo fatto ad un evaporatore che di norma dovrebbe
produrre acqua distillata a circa 1
P.P.M. Se questo valore dovesse aumentare senza che l’ufficiale di turno se ne
possa accorgere si rischierebbe di arrivare ad un valore di cloro più alto ma
ancora lontano dalla soglia di allarme che in genere è posta a 5 P.P.M. In
questo modo la cassa di acqua distillata in servizio e che magari è in
rifornimento si inquinerà di tutto il contenuto, se nella cassa avremo una
quantità di acqua ad esempio di 40 mc per un mancato controllo inquineremo
l’intero quantitativo di acqua. L’automazione interviene ma quando il valore
impostato viene superato, quante volte per rimanere tranquilli si sposta il set
ad un valore di 10 P.P.M. rifornendo però la cassa dell’acqua lavanda e poi ci
si dimentica di riportare il set a 5 P.P.M. quando si passa a rifornire la
cassa dell’acqua distillata.
AVARIE ELETTRICHE COMUNI
Una
delle avarie elettriche comuni è il basso isolamento verso massa di
un’apparecchiatura elettrica. Anche in questo caso, se l’elettricista o addetto
rileva come previsto dai registri di bordo i valori di tali isolamenti,
difficilmente si arriverebbe poi a farne ricerca quando tale valore supera la
soglia di allarme. Basso isolamento è l’allarme quasi sempre escluso perché il
più delle volte da noia, basta la presenza di acqua all’interno di un
proiettore o fanale o plafoniera esterna che di tanto in tanto dà origine
all’allarme per poi sparire e riprendere quando la poca acqua riesce a mettere
in corto il cavo di fase all’interno del portalampade.
Il più delle volte il basso isolamento è
una sommatoria di tante piccole dispersioni elettriche e quindi alla fine
risulta difficile eliminare la generazione dell’allarme.
Ecco
perché la necessità di intervenire subito ad ogni piccolo aumento di tale
valore specie se sul circuito di emergenza. Compito dell’elettricista fare
questi controlli e registrarli con la propria firma per poi archiviarli e
renderli disponibili ai vari vetting e P.S.C.
Problema più grande è quando il basso
isolamento è su un circuito elettrico ove circola una corrente con tensione
maggiore tipo 440V o 600V. Qui il basso isolamento deve essere eliminato
nell’immediato in quanto pericolosissimo per chi vive a bordo in quanto sullo
scafo potrebbe venire a trovarsi un valore di tensione pericoloso alla salute
umana.
Ogni quadro elettrico quindi deve essere
provvisto di strumento di lettura del valore di isolamento con relativo
commutatore perché la misura può venir fatta a gruppi, ciò per una più facile
individuazione. Nel caso di basso isolamento sul circuito 440V o 600V occorrerà
fare il cambio dei macchinari fino ad intercettare quale di quelli in servizio
è in basso isolamento. Ciò si potrebbe evitare se ogni mese, come previsto dai
regolamenti di bordo, i macchinari venissero cambiati e controllati: in questo
modo si avrebbero macchinari elettrici più efficienti. L’uso
di apparecchiatura per il rilievo del basso isolamento è stato già spiegato in
un’altra lezione all’inizio di questo capitolo. Altre avarie elettriche possono
essere l’improvviso sezionamento di un sottoquadro con l’arresto di tutti i
macchinari da esso alimentati: ciò succede quando è in corso un corto circuito,
quando il valore del basso isolamento è a fondo scala quindi a massa diretta il
che crea l’apertura del relativo sezionatore del quadro principale che alimenta
il sottoquadro dove si trova lo stotz del macchinario in corto circuito. Di
regola dovrebbe aprirsi il sezionatore nel sottoquadro e basta, ma a volte il
corto circuito crea un picco di corrente nel circuito che causa l’apertura del
sezionatore principale causando seri problemi per l’arresto di tutti i
macchinari che prendono alimentazione da quel sottoquadro.
Altri
tipi di avarie presenti sulle navi dipende dal tipo di nave, ad esempio sulle passeggeri è di regola
l’avaria ascensore, dei tanti ascensori presenti a bordo c’è sempre un
ascensore che fa capricci a causa del massiccio uso.
Su
queste navi è un continuo susseguirsi di avarie elettriche in parte dovute
all’illuminazione o a cattivo funzionamento di apparati nelle varie cabine
alloggi.
Per
lo più sono a propulsione elettrica
quindi è facile capire quante avarie elettriche è possibile che si possono
manifestare sui vari impianti elettrici di cui la nave è composta.
L’avaria
elettrica comunque più grande a bordo è il black out.
Nella vita quotidiana, se
l’erogazione di energia elettrica s’interrompesse per molto tempo, il nostro
modo di vivere ne subirebbe profonde ripercussioni. Anche sulle navi tale
criticità causa un notevole disagio per tutti coloro che vi si trovano in quel
momento. Vediamone gli aspetti e la situazione della normativa attuale.
LE NORME ESISTENTI
La Convenzione SOLAS (Safety of
Life at
Sea) è il più importante fra tutti i trattati internazionali in materia
di sicurezza delle navi mercantili. Molte delle procedure sono state emanate
quando le navi passeggeri erano di tonnellaggio inferiore rispetto alle attuali
che sono spesso in grado di ospitare più di quattromila persone. In
realtà le navi da crociera moderne possono realisticamente essere
considerate come vere e proprie comunità multinazionali itineranti: questo
aspetto è estremamente importante per lo sviluppo ed il miglioramento di nuove
procedure e norme di sicurezza.
Dalla tragedia di Costa
Concordia, il comitato MSC (Maritime
Safety Committee), che è parte dell’IMO (International Maritime Organization),
è impegnato in un piano di breve e lungo termine per la revisione delle norme
vigenti al fine di aggiornare i requisiti necessari per ottenere la massima
sicurezza sulle navi. La sfida è importante e difficile, ci sono molti
standard e procedure che necessitano una profonda revisione, pur rimanendo, le
crociere, probabilmente la forma più sicura di viaggiare.
Per comprendere meglio questa
revisione, consideriamo una nave da crociera in mare aperto che subisce
un black-out, cioè un’interruzione improvvisa
delle fonti di energia: sicuramente i passeggeri reagiranno in modo diverso a
seconda della loro natura e, nella maggior parte dei casi, la loro risposta
sarà abbastanza tranquilla e collaborativa, soprattutto se le comunicazioni del
Comando saranno chiare ed esaurienti. Come si può ben immaginare, purtroppo non
mancheranno reazioni di stress e panico derivanti anche da vari fattori
ambientali.
Attualmente però, non esiste alcun regolamento che consideri il black-out come uno degli argomenti da gestire durante l’esercitazione obbligatoria alla quale i passeggeri partecipano all'inizio del viaggio. Allo stesso modo, non è stata emessa alcuna direttiva che renda obbligatorio l’addestramento dell’equipaggio nel caso in cui si verifichi gran parte del blocco dell’energia di bordo. A mio parere, un programma di training con relative esercitazioni per tutto il personale è oltremodo necessario, in particolare per quello più a contatto con i passeggeri, che preveda anche il black-out fra le emergenze da descrivere durante l’esercitazione di routine che si svolge prima della partenza della nave dal porto di inizio crociera.
Attualmente però, non esiste alcun regolamento che consideri il black-out come uno degli argomenti da gestire durante l’esercitazione obbligatoria alla quale i passeggeri partecipano all'inizio del viaggio. Allo stesso modo, non è stata emessa alcuna direttiva che renda obbligatorio l’addestramento dell’equipaggio nel caso in cui si verifichi gran parte del blocco dell’energia di bordo. A mio parere, un programma di training con relative esercitazioni per tutto il personale è oltremodo necessario, in particolare per quello più a contatto con i passeggeri, che preveda anche il black-out fra le emergenze da descrivere durante l’esercitazione di routine che si svolge prima della partenza della nave dal porto di inizio crociera.
La SOLAS (reg. 42 - punto 3.2)
richiede che le navi costruite dal 10 luglio 1998 debbano essere dotate di
sistemi che, in caso di dead ship (nave senza fonti di
energia), siano in grado di ristabilire la propulsione e tutti i servizi
necessari in 30 minuti. Il suddetto regolamento è molto preciso anche nel
descrivere i macchinari e le utenze che devono essere collegati al quadro di
emergenza con i rispettivi requisiti di autonomia (generalmente in 36
ore).
Ad oggi, purtroppo, anche le centrali di emergenza sono vulnerabili a danni che ne compromettono il funzionamento. E’ già accaduto che navi da crociera, anche moderne, siano rimaste per alcuni giorni in mare aperto “senza governo” (cioè mancanza di propulsione, timone e mezzi di navigazione) a causa di avarie dette appunto “centrali”. Le conseguenze per ospiti ed equipaggio sono state catastrofiche, nella maggior parte dei casi fra gli altri inconvenienti si sono verificate le seguenti anomalie:
Ad oggi, purtroppo, anche le centrali di emergenza sono vulnerabili a danni che ne compromettono il funzionamento. E’ già accaduto che navi da crociera, anche moderne, siano rimaste per alcuni giorni in mare aperto “senza governo” (cioè mancanza di propulsione, timone e mezzi di navigazione) a causa di avarie dette appunto “centrali”. Le conseguenze per ospiti ed equipaggio sono state catastrofiche, nella maggior parte dei casi fra gli altri inconvenienti si sono verificate le seguenti anomalie:
- Sistemi igienici parzialmente o completamente fuori uso con conseguenze facilmente immaginabili
- Impianti di acqua dolce fuori servizio con conseguente criticità della situazione igienica sia per le persone che per le varie sezioni di bordo
- Aria condizionata e ventilazione inutilizzabili hanno costretto le persone all'esterno esponendole alle intemperie (anche questa da considerarsi una situazione di criticità specie per i più deboli)
- Ascensori fuori servizio. Considerando il numero di ponti delle navi passeggeri moderne, questo è da considerarsi un inconveniente serio specie per le persone anziane, sempre presenti in gran numero.
Il Maritime Safety Committee,
nella riunione numero 82 del novembre 2006, ha adottato alcune
norme che hanno risolto in parte il problema. Tali provvedimenti si applicano
alle navi costruite dopo il 1° luglio 2010. Tra questi, è importante
sottolineare quello che individua - in caso di emergenze che non
comportino l’abbandono nave - delle aree di sicurezza in cui sono garantiti i
servizi minimi come impianti igienici, acqua, cibo, rifugio dalle intemperie,
luce, ventilazione, mezzi per prevenire ipotermia e colpi di calore, centri
medici alternativi.
Per le navi costruite prima del luglio 2010 sarebbe invece altresì auspicabile che la revisione in corso produca delle nuove linee guida sulle utenze che devono essere collegate al quadro di emergenza, aggiungendone alcune in grado di mantenere un livello minimo di comfort ed una situazione igienica accettabile per passeggeri ed equipaggio anche in caso di black-out prolungati.
Per le navi costruite prima del luglio 2010 sarebbe invece altresì auspicabile che la revisione in corso produca delle nuove linee guida sulle utenze che devono essere collegate al quadro di emergenza, aggiungendone alcune in grado di mantenere un livello minimo di comfort ed una situazione igienica accettabile per passeggeri ed equipaggio anche in caso di black-out prolungati.
LE NORME ESISTENTI
Purtroppo, anche le nuove
modifiche “MSC 82” non considerano il caso in cui la centrale di emergenza
subisca un’avaria prolungata durante la quale un minimo di energia elettrica
sia disponibile e in grado di permettere il rientro della nave in porto dopo la
criticità. Per la cronaca, su unità più recenti, alcune compagnie di
navigazione hanno volontariamente (cioè anche se non previsto dalla SOLAS)
collegato al sistema di emergenza alcune utenze atte a garantire un minimo di
comfort a passeggeri ed equipaggio in caso di una prolungata
avaria del sistema elettrico principale. Infine, ritengo sia anche
necessario lo studio e la realizzazione di nuove soluzioni tecniche
che garantiscano la disponibilità di una buona parte della potenza elettrica
necessaria in qualsiasi situazione che si presenti.
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